A Bologna le coppie si baciano un sacco.
Labbra unite, labbra unite ovunque.
Alcune si sono schiuse con quel rumore di saliva che sai bene mi faccia un po’ senso, quando non si tratta della tua saliva.
Ma forse è solo invidia.
Mi ci metterei in mezzo a queste coppie che si baciano.
Le vorrei spezzare quelle catene di mani, sparpagliarle come i treni di Bologna Centrale.
Ci ho messo 15′ per trovare il 17, ce ne sono altri 20 di attesa che ho sempre riempito con te.
Ma resisto e non ti chiamo.
Io, in questa stazione, scrivo di te.
Assomiglio a lei
Una figa con un nome di merda
prende il mio posto.
E’ chiaro che
nell’entusiasmo non hai considerato
che un giorno sfiorirà
come il suo nome di merda.
Quando piango per te,
assomiglio a lei da vecchia.
Come quel giorno
Come quel giorno che
ci siamo incontrati nella folla di un concerto
e io ho fatto finta di voler scappare e tu hai preso la mia mano e l’hai poggiata sul tuo cuore
che a momenti ti scoppiava
e gli occhi ti tremavano
e tutto intorno si faceva silenzio
e la mia mia vita
avrei voluto si fermasse quel giorno
soli in mezzo a tutta quella gente.
Così muoio oggi
ma di nostalgia
e non c’è silenzio in questa stanza
di cui il mio cuore faccia più rumore.
Ottimismo è
Quando il venditore ambulante
ti porge un cd dicendo Pasito
e tu capisci ancora Placebo.
Tramonto
Una spolverata di lentiggini nel cielo
che va a cadere nel mare.
Torre di controllo
ci sarà presto un naufragio
senza richiesta d’aiuto.
Ma non mi serve altro,
non mi serve niente.
Solo al vento chiedo
ancora un filo d’aria
come una carezza sul viso
prima dell’abbandono.